Investimenti ferroviari nel Recovery: 13,6 miliardi e 6 in nuove tecnologie

La tabella aggiornata degli investimenti, dettagliata per singole opere, è stata inviata dal Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini in Parlamento.

Il PNRR ferroviario è tra le voci più rilevanti ed interessanti dell’intero Recovery Fund. Lo evidenzia la nuova tabella che il Ministro Giovannini ha inviato al Parlamento mentre un’elaborazione RFI evidenzia la quota tecnologica pari quasi alla metà del totale alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile andranno parecchi miliardi di euro. Nella sua lettera al Parlamento, Giovannini fa anche un punto più generale del piano ferroviario. Il ministro ricorda che quel piano è «integrato da 10,35 miliardi per l’alta velocità» dal fondo complementare nazionale collegato al PNRR, da 1.55 miliardi per le ferrovie di proprietà regionale, da 200 milioni per il rinnovo del parco locomotori, da 300 milioni per la prima fase della sperimentazione a idrogeno, da 800 milioni per il rinnovo dei treni regionali a lunga percorrenza.
Dedica specifica attenzione al tema Il Sole 24 Ore, con un articolo pubblicato lo scorso 3 luglio a firma di Giorgio Santilli: La sorpresa maggiore di questo «piano aggiuntivo» di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) finanziato dal PNRR è la quota dei progetti in tecnologia rispetto a quello in infrastrutture civili. Secondo una elaborazione della stessa società RFI, di cui è venuto in possesso Il Sole 24 Ore, questi interventi ammontano a 6.161 milioni, quindi poco meno della metà del totale dei progetti aggiuntivi. Niente male per un piano noto per l’estensione della rete di Alta velocità, a partire dalla linea Salerno-Reggio Calabria, per il completamento delle linee veloci del Nord (Brescia-Verona-bivio Vicenza e Terzo valico), per la realizzazione delle trasversali come Roma-Pescara, Orte-Falconara e Battipaglia-Potenza-Metaponto.

Come ricorda Santilli nel suo articolo, le tecnologie applicate alla rete ferroviaria sono fondamentali non solo per accrescere la sicurezza del traffico, ma anche per aumentare la capacità della rete. Sono investimenti che più rapidamente e con minori costi rispetto alle opere civili consentono di far crescere la produttività della rete. A questo proposito sottolinea: Quasi tre miliardi (di cui 2,7 aggiuntivi) vanno allo European Rail Traffic Management System (Ertms), il sistema di controllo elettronico della marcia del treno che sarà via via esteso all’intera rete ferroviaria: ottimizza la capacità delle linee esistenti, facendo passare più treni, garantisce sicurezza, contribuisce a una maggiore puntualità dei convogli. Ertms è la tecnologia applicata finora all’alta velocità che controlla il distanziamento dei treni, provocando una frenata automatica in caso di riduzione della distanza fra convogli. RFI è da dieci anni all’avanguardia in queste tecnologie e l’AD Vera Fiorani conferma ora, e anzi rafforza e accelera, questa scelta strategica verso la rete ferroviaria digitalizzata. Un effetto positivo anche sul piano paesaggistico, perché scompariranno i pali del segnalamento che oggi fiancheggiano i binari. Ma il «piano aggiuntivo» può contare su una diffusa presenza di tecnologie, con numerosi interventi di upgrade o potenziamento, come nel caso della linea Adriatica e della Pontremolese e dei nodi di Roma e Milano, oppure con interventi misti tecnologia-opere civili o ancora elettrificazione di linee come la Ivrea-Aosta, Palermo-Trapani, Como-Lecco, Civitanova-Macerata-Albacina, Roccaravindola-Isernia-Campobasso.

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