Intelligenza artificiale: il progetto governativo

Il piano messo a punto da Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, con il sistema italiano della ricerca e della formazione a guidare il potenziamento del settore.

Lo scorso 24 marzo il Governo Italiano ha presentato un proprio piano per l’Intelligenza Artificiale, che punta su due elementi di formazione e avviamento al lavoro: far crescere i giovani italiani, specialmente donne, e trasformare l’Italia in un Paese più competitivo, colmando il grande divario tra domanda e offerta di competenze. Dedica attenzione al tema il Corriere della Sera con un articolo a firma di Giuliana Ferraino, pubblicato lo scorso 26 novembre: È la scommessa di Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, «pronta» con il sistema italiano della ricerca e della formazione a guidare il potenziamento di questo settore, dopo che mercoledì il governo ha adottato il programma strategico per l’Ai. «Creiamo le condizioni per i giovani italiani, soprattutto donne, che decidono di investire in corsi di studio e nella ricerca sull’intelligenza artificiale di poterlo fare, ai massimi livelli, rimanendo nel nostro Paese. E stimoliamo scambi e incontri anche con tanti ricercatori provenienti da tutto il mondo», valuta Messa. Frutto del lavoro congiunto di tre ministeri (Università e ricerca, Mise e Innovazione e transizione digitale), il programma identifica 24 politiche da attivare nei prossimi 3 anni, puntando su 11 settori prioritari, con tre aree di intervento, per rafforzare le competenze e attrarre talenti; aumentare i finanziamenti per la ricerca avanzata nell’Ai; e incentivare l’adozione dell’Ai e delle sue applicazioni sia nella pubblica amministrazione che nei settori produttivi in generale.

Nel suo articolo Giuliana Ferraino sottolinea come qualcosa si sta muovendo, infatti sono già stati pubblicati i bandi di ammissione al primo dottorato nazionale di intelligenza artificiale, articolato in 5 dottorati federati tra loro che raggruppano 61 università e enti di ricerca, per avere un approccio più innovativo e interdisciplinare sul territorio: La strategia prevede, tra l’altro, di sviluppare materie Stem nei curricula di tutti i cicli scolastici e di portare l’Ai in tutti gli Istituti Tecnici Superiori (Its). Nell’ambito della ricerca, il principale obiettivo è il rafforzamento dell’ecosistema di ricerca italiano sull’Ai, favorendo le collaborazioni tra il mondo accademico e della ricerca, l’industria, gli enti pubblici e la società. Si punta, tra l’altro, a lanciare la piattaforma italiana di dati e software per la ricerca sull’Ai; alla creazione di nuove cattedre di ricerca sull’Ai, a promuovere progetti per incentivare il rientro in Italia di professionisti del settore. Il programma strategico delinea infine le politiche per ampliare l’uso dell’intelligenza artificiale nell’industria, dove l’Ai dovrebbe diventare un pilastro per la transizione 4.0, e nella PA, a cominciare dalla interoperabilità delle banche dati e dai dati aperti. Ma si punta anche a sostenere spinoff innovativi e startup, permettendo perfino di sperimentare con l’esenzione temporanea delle norme vigenti. Quasi una rivoluzione.

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