Ad oggi oltre il 6% delle imprese italiane utilizza sistemi di AI, risultato interessante comparandolo al fatto che la media Ue è dell’8%. La percentuale di piccole imprese è al 5,3% a fronte del 24,3% delle grandi. Secondo Anitec-Assinform, l’associazione che in Confindustria raggruppa le aziende Ict, in Italia il mercato dell’Intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e raggiungerà i 700 milioni nel 2025, con un tasso di crescita medio annuo del 22%. L’Intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato (Digital Enabler) come ad esempio Cyber Security, Big Data e Cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano.
L’argomento è stato il protagonista a Verona della prima tappa del roadshow “L’Intelligenza Artificiale a servizio delle pmi: use cases e ambiti di sviluppo”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub. L’iniziativa in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale.
All’argomento dedica attenzione Cor.Com – Il Corriere delle Telecomunicazioni, con un articolo a firma di Federica Meta, pubblicato lo scorso 9 febbraio: Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell’AI resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’AI (…) “Gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l’Intelligenza Artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori – spiega Marco Gay, presdente di Anitec Assinform – I Digital Enabler, da un lato, consentono alle imprese di conoscere e monitorare al meglio i processi e, dall’altro, di produrre prodotti evoluti e con nuove funzionalità grazie a una profonda integrazione tra fisico e digitale. Le pmi rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del Pnrr per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell’AI”.