Uno dei principali obiettivi e sfide del PNRR è lo sviluppo delle infrastrutture sul territorio italiano. Dalla costruzione di nuove opere al rinnovamento di quelle già esistenti. Tra gli svariati interventi previsti, la camera dei deputati aveva indicato ambiti considerati prioritari. Si tratta di ferrovie, ciclovie, porti e interporti, sistemi urbani, strade e autostrade, aeroporti, infrastrutture idriche ed edilizia pubblica. I lavori sulle ferrovie si trovano allo stadio più avanzato, registrando la percentuale maggiore di opere in corso. Seguono ciclovie, porti e interporti, sistemi urbani, strade e autostrade. Mentre aeroporti, infrastrutture idriche ed edilizia pubblica stentano a sviluppare piani esecutivi. È evidente che per tutti gli ambiti, la maggior parte delle opere sono ancora nelle fasi di progettazione o di gara. Un elemento, almeno in parte, giustificato dal percorso del PNRR che non è neanche a metà della sua realizzazione (il piano dovrà concludersi a fine 2026). Per il nostro paese infatti è con l’inizio del 2023 che ha preso il via più concretamente la fase di “messa a terra” dei progetti, con l’apertura dei cantieri e l’avvio dei lavori. Ovviamente con delle differenze tra i vari investimenti, a seconda delle scadenze previste dal cronoprogramma. Dedica attenzione al tema La Gazzetta del Mezzogiorno, con un articolo a firma di Michele De Feudis e Ninni Perchiazzi pubblicato lo scorso 9 settembre: Lo sviluppo, nella formula che illustrerà Salvini, passa dalla concretezza e soprattutto dagli investimenti in infrastrutture: la sfida più complessa, quella del ponte di Messina, per il vicepremier potrebbe diventare un vero volano per l’occupazione. (…) In linea con le posizioni espresse dal ministro per il Pnrr Raffaele Fitto, il vicepremier insisterà sull’importanza di spendere bene e in fretta i fondi europei per modernizzare il Paese. (…) Il nodo infrastrutture: per Salvini l’avanzamento dei lavori sulla Bari-Napoli potrebbe diventare il fiore all’occhiello di un governo determinato a caratterizzarsi per la realizzazione di opere pubbliche attese da anni. Non a caso la stessa questione energetica, con il raddoppio del Tap in primis, rientra tra i dogmi sviluppisti dell’esecutivo di centrodestra.
L’intervento del Ministro delle infrastrutture è stato oggetto di articoli da parte di tutte le principali testate giornalistiche, fra cui anche il Sole 24 ore con un articolo pubblicato lo scorso 10 settembre: A Bari per l’inaugurazione della 86esima edizione della fiera del Levante, Matteo Salvini presenta il conto dei no alle opere pubbliche utili al Paese: al suo arrivo il vice premier e ministro delle Infrastrutture ha trovato sulla sua scrivania 117 opere commissariate. Per questo chiede che sulle infrastrutture «il mondo economico, amministrativo, sindacale, industriale, studentesco si unisca per il sì: sul fatto che sia fondamentale viaggiare e in sicurezza non possiamo più dividerci».