Incarichi tecnico-scientifici: riconoscere il valore delle donne

Le capacità delle donne sarebbero un valore essenziale anche in ambito STEM: Science, Technology, Engineering and Mathematics.

Il termine STEM è composto dalle iniziali di varie discipline e indica Science, Technology, Engineering and Mathematics (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). L’attenzione per tali materie è dovuta sempre più anche all’incremento dei posti di lavoro nel settore tecnologico e scientifico. Ambiti dove la presenza femminile è però ancora limitata e, spesso, sottostimata. Ne ha parlato la presidente della in-house del Mise, Eleonora Fratesi, in un’intervista rilasciata a Mila Fiordalisi, Direttrice di Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni, pubblicata lo scorso 11 febbraio: “Disparità salariale, stereotipi duri a morire, una carriera sempre in salita”: parte dalla sintesi dello status quo, fatto dunque ancora di ostacoli, la presidente Fratesi, che dopo la laurea in Scienze dell’Informazione all’Università degli Studi di Pisa, ha lavorato in multinazionali e in ambito universitario, occupandosi di ricerca, sviluppo e innovazione digitale, diventando anche membro del consiglio di amministrazione del Cluster Smart Cities & Communities della Regione Lombardia per poi approdare al vertice della in house del Mise – al fianco dell’Ad Marco Bellezza – che ha in gestione una lunga serie di progetti, dal Piano Bul al wi-fi nei Comuni, passando per i progetti di connettività in scuole e sanità. E Infratel è anche il soggetto attuatore del Pnrr. “Gli ostacoli per una ragazza di una formazione nelle discipline Stem e in generale nel mondo del lavoro sono ancora tanti, in Italia più che in altri Paesi europei. Adesso se ne parla, e questo è un bene, ma non basta. Ci vuole un processo virtuoso che coinvolga famiglia, scuola, istituzioni e mondo del lavoro. Pochi sanno che, ad esempio, 8 donne hanno fatto la storia dell’informatica. Le barriere culturali restano forse l’ostacolo più difficile da superare”.

Mila Fiordalisi sottolinea come la questione si lega anche al cosiddetto “pay gap”, vale a dire lo squilibrio retributivo che condiziona tante ragazze nella decisione di intraprendere carriere scientifiche e nell’incoraggiarne una visione di tipo manageriale. A questo proposito, la Presidente Fratesi nell’intervista ricorda come In Italia, nel 2021, le posizioni di CEO occupate dalle donne sono scese al 18% rispetto al 23% registrato nel 2020, andando notevolmente sotto la media dell’Eurozona. E aggiunge “Il gender gap nel nostro Paese è quindi tutt’altro che vicino a scomparire, sebbene le donne costituiscano quasi la metà della forza lavoro complessiva”.

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