Imprese e ricerca: investimenti a livelli pre covid

C’è il rimbalzo per la spesa in ricerca e sviluppo delle imprese: il rapporto Istat segnala +5,2% per il 2021 e +3,9% per l’anno in corso.

Il più recente Programma nazionale per la ricerca (PNR) ha posto obiettivi ambiziosi per portare la ricerca di base italiana a un livello di finanziamento efficace. Da oltre un anno si cerca di riportare l’intensità della R&S (l’investimento in rapporto al PIL) a livelli pre crisi. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in fase di sviluppo rafforzerà questa tendenza ma la sua azione terminerà nel 2026: dopo quella data l’Italia dovrà trovare il modo di mantenere costanti gli investimenti per non diminuire l’intensità della R&S. Dedica attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 Ore con un articolo pubblicato lo scorso 21 settembre: Un pessimo 2020, poi la risalita a partire dal 2021 con la possibilità concreta, quest’anno, di riagguantare i livelli pre-Covid. C’è il rimbalzo per la spesa in ricerca e sviluppo delle imprese: il rapporto Istat segnala un -6,8% per il 2020, in piena pandemia, e con dati preliminari +5,2% per il 2021 e +3,9% per l’anno in corso, a quota 16,9 miliardi di euro, cifra che dovrebbe certificare il ritorno all’era ante crisi.

Come ricordato nell’articolo, nel 2020 ha registrato un tasso di crescita seppure limitato (+0,8%) solo la ricerca di base mentre hanno perso pesantemente terreno lo sviluppo sperimentale (-7,8%) e la ricerca applicata (-6,7%). Anche il personale impegnato dalle aziende in attività di R&S è diminuito, del 6,7%, in un quadro che ha visto una riduzione generalizzata: includendo anche le strutture pubbliche si sono persi 521mila addetti rispetto al 2019 (-4,3%). Estendendo poi l’analisi a tutti i soggetti (istituzioni pubbliche, private non profit e università) che effettuano attività di ricerca e sviluppo internamente con personale e attrezzature proprie, la diminuzione della spesa nel corso del 2020 è stata del 4,7% su base annua, per un totale di 25 miliardi di euro. Lo scenario rivela un netto miglioramento a partire dal 2021. Così nell’articolo: I centri pubblici, secondo le stime preliminari, hanno incrementato l’attività dell’8% nel 2021 e nell’anno in corso dovrebbero mettere a segno un ulteriore +3,8 per cento.

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