Il rame: sempre più richiesto, sempre più rubato

Il rame, che ormai costa circa 8000 dollari a tonnellata, è spesso al centro di azioni della criminalità organizzata. Un esempio i danni subiti da Aurubis, leader europeo di settore.

All’inizio di questo mese di settembre alla Borsa di Francoforte ha subito gravi perdite Aurubis, maggiore produttore europeo di rame. L’azienda, che produce circa 1,1 milioni di tonnellate di cavi di rame all’anno che vengono utilizzati nell’industria mondiale, ha dichiarato di aver trovato «serie indicazioni di carenze del metallo» nei dati sulle scorte e di sospettare che un’organizzazione criminale abbia rubato parte del metallo. Il rame, che ormai costa mediamente 8000 dollari a tonnellata, è spesso al centro di azioni da parte della criminalità organizzata. Rivolgono attenzione alla notizia diversi organi di stampa, fra cui Il Sole 24 ore con un articolo a firma di Stefania Arcudi, pubblicato lo scorso 1 settembre: Il sospetto, fa sapere il gruppo, è che un’organizzazione criminale abbia rubato parte del metallo. Così il titolo è arrivato a perdere più del 14%, ai minimi in quasi dieci mesi, e ha bruciato circa 500 milioni di euro di capitalizzazione (attualmente si attesta a 2,96 miliardi). I danni potrebbero essere quantificati a circa 3 milionidi euro e potranno avere un impatto sui risultati dell’anno fiscale 2022-2023. Per questo motivo, la società non raggiungerà il target di 450-550 milioni di utili operativi al lordo delle tasse. anche il produttore tedesco di acciaio Salzgitter, che detiene una quota del 29,99% di Aurubis, ha sospeso le previsioni finanziarie, motivo per cui il titolo cala dell’1,6% circa.

Sono molteplici le ragioni per cui il rame è così ambito. Prima di tutto è essenziale in tutti i piani di transizione energetica, ecco perché i più autorevoli centri studi prevedono che nei prossimi anni si possa manifestare un sostanziale divario tra la domanda mondiale di rame e la sua produzione, fatto che spingerà i prezzi verso l’alto. Il prezzo del rame, oggi a 3,85 dollari al grammo, è fortemente correlato al ciclo economico mondiale ed è salito del 47% negli ultimi cinque anni, ma ha tenuto nelle ultime settimane nonostante i vistosi segnali di rallentamento dell’economia cinese, che ha una posizione preminente nella fusione (47%), raffinazione (42%) e utilizzo (54%) del rame a livello mondiale La domanda di rame raffinato è previsto che salga dai 25 milioni di tonnellate nel 2021 a 49 milioni di tonnellate nel 2035, secondo uno studio di S&P Global. Alcuni economisti si sono spinti a dire che la scarsità di rame nel 21 esimo secolo può rappresentare un elemento di destabilizzazione della sicurezza internazionale, provocando strozzature nelle catene dell’offerta. Un ruolo geopolitico paragonabile al petrolio del 20esimo secolo.

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