Il Ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ritiene fondamentale ridisegnare le strategie di sviluppo per incentivare la ricerca e il trasferimento tecnologico. Obiettivo: sostenere la competitività delle filiere industriali strategiche del Paese, tra le quali giocano un ruolo di primo piano la microelettronica e i semiconduttori. Dedica all’argomento attenzione Cor.Com – Il Corriere delle comunicazioni, con un articolo a firma Antonello Salerno, pubblicato lo scorso 7 gennaio: In questo modo il Mise si propone di arrivare a realizzare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio nazionale attraverso lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo. In questo quadro il ministro Giancarlo Giorgetti ha disposto che la dotazione finanziaria dei Contratti di sviluppo, 450 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio 2022, venga ulteriormente integrata con le risorse previste dal Pnrr. “In particolare – si legge in una nota – sono disponibili 750 milioni di euro per progetti d’investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy e 1 miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di Gigafactory per realizzare batterie e pannelli fotovoltaici e per l’eolico”.
Nell’articolo si sottolinea come lo strumento dei Contratti di sviluppo, secondo Giorgetti, è stato ridisegnato proprio con l’obiettivo di agevolare la realizzazione di progetti d’investimento che favoriscono la reindustrializzazione e la valorizzazione del nostro patrimonio industriale, incentivando programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico che sono la chiave per vincere la sfida della transizione digitale e green. Ancora nell’articolo: La strategia del ministero dello Sviluppo economico prevede che ogni progetto d’investimento finanziato dovrà essere funzionale alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento di imprese appartenenti a filiere strategiche, “che siano in grado di aumentare la produttività e la crescita economica del Paese oltre che generare un impatto positivo sull’occupazione”.