Il digitale ridisegna le città

Per identificare la città del futuro si utilizza il termine di Human Smart City, nelle quali lo sviluppo tecnologico incontra e vive fianco a fianco della sostenibilità.

Nella visione di Human Smart City, la città riprogetta infrastrutture e servizi coniugando lo sviluppo tecnologico e la sostenibilità con la centralità del cittadino. La digitalizzazione sta spingendo a ridisegnare tempi e spazi nelle città, consentendo di rimettere la qualità della vita al centro dell’attenzione delle Amministrazioni. I cittadini danno sempre più valore alla vivibilità delle loro città e alla prossimità dei servizi, intesa come facilità nel raggiungerli e nell’utilizzarli. Si fa sempre più forte l’esigenza di avere una città “a misura di persona” in cui vivere e lavorare. Il tema della città dei 15 minuti (uno spazio urbano progettato per consentire al cittadino di raggiungere entro 15 minuti da casa tutto quello che gli serve per vivere) risponde proprio a questa nuova esigenza. Dedica attenzione all’argomento il quotidiano Il Sole 24 ore, con un articolo a firma di Luca De Biase pubblicato lo scorso 2 luglio: Il modello della città americana, fondata sull’automobile, è in crisi, con le sue aree specializzate per abitazioni, uffici, commercio e servizi, con il suo inarrestabile commuting, con l’inquinamento conseguente e con la ricerca spasmodica di soluzioni per il wellness di fronte al problema crescente dell’obesità e della perdita di socialità. Oggi la nuova infrastruttura fondamentale è la tecnologia digitale. Le conseguenze non saranno virtuali, ma reali e materiali.

Come sottolinea De Biase nel suo articolo, dal Dopoguerra le città hanno vissuto nell’ansia di non avere abbastanza posto per le macchine. Hanno abbattuto abitazioni per far posto a parcheggi. Ma oggi si diffonde la consapevolezza che per aumentare la qualità della vita e ridurre l’inquinamento in città, va ridotto l’uso dell’automobile nella vita quotidiana. Riflessione alla quale segue subito una domanda: Può darsi che la nuova infrastruttura digitale sia l’inizio della vera correzione? Oggi, al centro dello sviluppo non c’è più l’auto ma internet, con il telefono e il computer. E molto va riprogettato. Il digitale consente di ripensare il lavoro: lo smartworking è una soluzione attraente e una sfida organizzativa. Gli stessi servizi pubblici vanno ristrutturati con il digitale, anche se non basterà la tecnologia a cambiare un’interpretazione conservatrice della burocrazia. In ogni caso ci vorrà tempo perché l’urbanistica centrata sullo smartphone prenda il posto di quella basata sull’auto privata. Probabilmente, la sintesi arriverà col digitale applicato all’auto elettrica senza guidatore, disegnata come infrastruttura da condividere, che libera lo spazio occupato dai parcheggi in città. Potrebbe essere una forma di adattamento che sarà resa necessaria dall’emergenza climatica? È solo una delle ipotesi possibili. Ma senza questo livello di immaginazione, la correzione della vita cittadina per l’epoca post-automobilistica, resta ancora un’utopia.

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