Ftth Council Europe: spingiamo la domanda di fibra

Secondo il Presidente Eric Festraets, sono necessarie azioni “forti” per accelerare il passaggio verso linee ultrabroadband.

In una intervista pubblicata lo scorso 30 settembre da Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni, la Direttrice Mila Fiordalisi ha raccolto pareri e indicazioni di Eric Festraets, Presidente dell’Ftth Council Europe, che si è espresso su diverse questioni inerenti lo dello scenario e sulle azioni da intraprendere. Alla domanda dell’intervistatrice “Festraets, quali sono gli ostacoli sul cammino?”, così ha risposto il Presidente: Innanzitutto, riteniamo che lo sviluppo di nuovi servizi di massa basati sulla capacità del full-fibre (velocità, latenza, robustezza, affidabilità) farà scattare gli abbonamenti degli utenti finali. Altro elemento chiave sarà l’upgrade della connettività domestica per evitare i colli di bottiglia nella larghezza di banda ai margini della rete. In Ftth Council stiamo attualmente lavorando sulla questione nell’ambito del nostro comitato per l’eccellenza della banda larga domestica. Una delle questioni è poi quella delle offerte: è fondamentale evitare la pubblicità ingannevole, vale a dire l’utilizzo di “fibra” o “velocità della fibra” negli annunci per la banda larga basata su rame, quando l’offerta pubblicizzata non è realmente basata su una connessione in fibra. L’uso improprio della parola fibra nelle offerte impedisce ai consumatori di fare una scelta informata sui prodotti a loro disposizione e rischia di ostacolare il decollo della fibra e lo sviluppo di business case.

A suo parere l’uso di reti interamente in fibra è il modo più semplice per raggiungere l’obiettivo della carbon neutrality come stabilito nel Green Deal europeo. Mila Fiordalisi ha quindi posto al Presidente il tema di come la Next Generation Eu preveda una grande quantità di fondi per il digitale e di conseguenza per le reti in fibra e 5G. Festraets ha risposto: Nei giorni scorsi, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito il digitale il problema “make or break”, mettendo la fibra e il 5G al centro della strategia europea. La proposta di decisione della Commissione Ue che istituisce il programma politico 2030 “Path to the Digital Decade” definisce obiettivi molto chiari per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030. C’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere gli obiettivi, ma ora abbiamo un percorso con metriche chiare su cui lavorare. Ritengo che la soluzione sia nel mix di investimenti privati integrati con fondi pubblici in aree specifiche, facendo leva sulle risorse del Next Generation EU ed i Recovery and Resilience Facility Fund nelle aree in cui non è prevista la posa della fibra.

Infine Mila Fiordalisi ha sottolineato le attuali difficoltà del mercato TLC. In particolare agli operatori di telecomunicazioni viene chiesto di spingere gli investimenti in fibra per dare la possibilità a un numero sempre maggiore di cittadini e imprese di poter contare su connessioni ad alta capacità, anche a seguito della forte diffusione dello smart working. Ma le Telco europee sono tutte più o meno in sofferenza. Festraets ha risposto: A nostro avviso, gli operatori di telecomunicazioni possono ora fare affidamento sul nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche che ha aggiunto l’obiettivo di investimento ai tre obiettivi normativi preesistenti di promuovere la concorrenza, promuovere il mercato interno e promuovere gli interessi dei cittadini dell’Ue. Questo nuovo obiettivo di investimento garantisce che eventuali obblighi normativi tengano conto dei rischi sostenuti dagli operatori che investono garantendo nel contempo la concorrenza. Con più abbonati si otterrà un ritorno sugli investimenti più rapido e più elevato ed è per questo che l’adozione della fibra sia il problema su cui pensiamo che i responsabili politici dovrebbero agire.

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