Fibra e 5G in Europa: servono almeno 200 miliardi

La Commissione Ue nell’ambito del Connectivity Package sottolinea i ritardi e le difficoltà nei piani di investimento al 2030.

Emergono le prime evidenze importanti dalla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione Ue nell’ambito del Connectivity Package, i cui risultati completi saranno presentati entro fine luglio. Gli obiettivi europei del decennio digitale sono in affanno: per gli investimenti in fibra e 5G mancherebbero nelle casse delle Telco oltre 200 miliardi di euronecessari a finanziare i nuovi progetti per la rete ultra-veloce entro il 2030. Tanto è vero che si riparla di obbligare le grandi piattaforme digitali a contribuire alla realizzazione delle reti. Si occupa dell’argomento Cor.Com – Il corriere delle telecomunicazioni con un articolo a firma di Patrizia Licata pubblicato lo scorso 27 giugno: All’appello mancano almeno 174 miliardi di euro per realizzare l’infrastruttura in fibra e il 5G entro il 2030, ma la cifra potrebbe essere superiore. “Abbiamo questa cifra di 174 miliardi di euro, ma è una cifra relativamente prudente”, ha affermato Kloc, a capo della divisione “Decennio digitale e connettività” nel dipartimento digitale della commissione. “Se guardiamo a livello globale e oltre il 2030, pensiamo che questo gap di investimenti sia molto più alto”, ha affermato. Ovvero le telco europee potrebbero aver bisogno di più di 200 miliardi di euro – addirittura quasi 230 miliardi.

Come sottolinea Federica Licata nel suo articolo, il tema degli investimenti nelle nuove reti è diventato centrale nel dibattito europeo e ha portato all’ipotesi di un contributo, il cosiddetto Fair shsare, da parte delle grandi piattaforme digitali, come YouTube e Netflix di Google, ai costi degli operatori di telecomunicazioni per implementare l’infrastruttura di rete 5G e in fibra: Deutsche Telekom, Orange, Telefónica e Vodafone hanno sostenuto che i grandi fornitori di contenuti dovrebbero contribuire con una “quota equa” agli aggiornamenti dell’infrastruttura, perché sono responsabili della maggior parte del traffico di rete in Europa. Una consultazione della Commissione sull’opportunità di introdurre regole per imporre alle grandi piattaforme di contribuire ai costi degli operatori di telecomunicazioni si è conclusa il 19 maggio. Kloc ha dichiarato che la valutazione dei risultati sarà pubblicata dalla Commissione prima della pausa estiva alla fine di luglio. Da ricordare inoltre come all’interno delle politiche per il Decennio digitale, la Commissione europea ha anche proposto il Gigabyte infrastructure act, un aggiornamento della direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga che dovrebbe aiutare a snellire gli iter autorizzativi per gli scavi e la posa della fibra, rispondendo così alle esigenze di semplificazione normativa delle Telco.

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