Fastweb: pronti a rilevare parti della rete Tim

Alberto Calcagno, AD di Fastweb, dichiara che la sua Società si candida ad acquistare quelle parti di infrastruttura che la Ue potrebbe imporre nel caso di rete unica tra Telecom e Open Fiber.

Pur considerando che il settore Tlc in Italia vive un momento particolarmente complesso, con elementi di volatilità e decisioni strategiche che attendono da tempo, l’AD di Fastweb Alberto Calcagno ha dichiarato che nelle prospettive della sua Società può stare anche l’acquisizione di una parte della rete Tim, nel caso in particolare che l’Unione Europea imponga interventi sul tema degli assetti della proprietà della rete. Ricordiamo che nel 2022 Fastweb ha aumentato i ricavi (+4 a 2,48 miliardi) e il margine lordo (+3% a 854 milioni) per il trentottesimo trimestre consecutivo. La volontà dichiarata è di continuare a crescere anche nei prossimi mesi grazie agli investimenti fatti finora e ad altri in arrivo. Le intenzioni di Calcagno sono state rese pubbliche in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, raccolta da Sara Bennewitz, pubblicata lo scorso 10 febbraio: “Noi non abbiamo problemi finanziari e il nostro azionista Swisscom, ci ha sempre usato come la sua lepre per sviluppare e testare nuove tecnologie come l’Fwa. Per questo vogliamo continuare a investire e nel caso in cui le istituzioni decidessero di portare avanti un’operazione di sistema come la rete unica, noi siamo disponibili ad acquistare quelle parti di rete che Tim e Open Fiber saranno costrette a cedere ai fini Antitrus”.

Sulla possibilità di cedere la quota di Fibercop nella rete di Tim in caso di matrimonio con Open Fiber, Calcagno ha affermato: “è presto per dirlo, dobbiamo vedere prima quali sono le condizioni e il progetto, e poi valuteremo il da farsi. In ogni caso non credo nella separazione della rete dai servizi e il successo di Fastweb dimostra che il controllo della rete è la vera leva in questo mercato”. E inoltre: “Il segreto è sempre quello: siamo nati come un operatore infrastrutturato e continuiamo a investire nella fibra e nelle infrastrutture Itc che servono per garantire un servizio a valore aggiunto, come il cloud o la Cyber Security, che ci permettono di differenziarci nell’offerta e creare valore per i nostri clienti. In un mercato fortemente presidiato come il nostro ci sono due leve per acquisire nuovi clienti: il prezzo e l’innovazione, noi abbiamo sempre puntato sull’innovazione. Per questo, anche durante la pandemia, abbiamo fatto 4 acquisizioni in cinque anni, di cui due sul cloud e due nella cybersicurezza”, ha proseguito l’a.d.
Calcagno ha poi chiesto al governo di “avvicinare i limiti elettromagnetici agli standard europei: è una manovra che non pregiudica la salute pubblica e che alleggerisce di costi operativi tutti gli operatori mobili, anche in vista del completamento della rete 5g e Fwa, una tecnologia usata anche nelle aree a fallimento di mercato per coprire il divario digitale. Oggi in Europa ci sono 60 volt per ora, in Italia 6, basterebbe alzare il limite a 10, un sesto rispetto alla media Ue, per aiutare gli operatori, senza caricare lo stato di nuovi costi”.

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