Sul fatto che la cybersicurezza rappresenti un pilastro della sovranità digitale tanto delle nazioni come delle imprese vi è ormai una chiara convergenza di opinioni tra le parti sociali e le forze politiche. Più complesso è definire percorsi concordati sul tema e attuarli in tempi rapidi. Rivolge attenzione all’argomento Cor-Com – Il Corriere delle Comunicazioni, con un articolo a firma di Federica Meta pubblicato lo scorso 25 maggio: Il presidente del Consiglio Mario Draghi lo ha scritto nella prefazione alla strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026, predisposta dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e presentata oggi dall’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli e dal direttore dell’Agenzia, Roberto Baldoni. Insieme alla strategia è stato delineato anche il piano di implementazione. “È nostra intenzione intensificare i progetti di sviluppo tecnologico per arrivare a disporre di un adeguato livello di autonomia strategica nel settore della cybersicurezza – sottolinea Draghi – e quindi garantire la nostra sovranità digitale. Per farlo, sarà cruciale stanziare fondi adeguati, con continuità”.
Sempre il Presidente Draghi, come viene ricordato anche nell’articolo di Federica Meta, ha precisato che la situazione geopolitica impone all’Italia di proseguire e, dove possibile, incrementare le iniziative in materia di cybersicurezza. Inoltre bisogna tenere fede agli impegni assunti nell’ambito delle organizzazioni internazionali a cui l’Italia partecipa, considerando l’elevata qualità e i massicci investimenti realizzati dai principali alleati e partner internazionali. È dunque necessaria una puntuale rivisitazione nella concezione e nella visione strategica dell’architettura nazionale di cybersicurezza”.
“La strategia italiana per la cybersicurezza – prosegue il presidente – unisce sicurezza e sviluppo, nel rispetto dei valori della nostra Costituzione. È in linea con quanto previsto dalla Strategia dell’Unione europea per la cybersicurezza del dicembre 2020, dalla Bussola Strategica per la sicurezza e la difesa dell’Ue del marzo 2022 e dai recenti indirizzi strategici della Nato”.
Si prevede che sarà riservata all’implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza una quota pari all’1,2% degli investimenti nazionali lordi su base annuale. Vi saranno poi le risorse dei programmi Orizzonte Europa ed Europa Digitale, nonché del Pnrr, che stanzia 623 milioni di euro per la cybersicurezza. Possibili sgravi fiscali per le aziende e la creazione di aree nazionali a tassazione agevolata per la costituzione di un “Parco nazionale della cybersicurezza” e dei relativi hub delocalizzati sull’intero territorio italiano.