Donne e giovani indispensabili nella transizione digitale

In aggiunta ai fondi PNRR, Il governo ha previsto la creazione del Fondo per la Repubblica Digitale. Dei 350 milioni stanziati, la percentuale maggiore è destinata a donne e giovani.

Una donna su due in Italia non ha ancora competenze digitali e quindi rischiano, sul lavoro, di restare indietro rispetto alle altre colleghe europee. A mancare alle donne italiane non sono solo le competenze, ma anche emancipazione lavorativa e finanziaria, in particolare nellediscipline Stem (Scienze, tecnologie, ingegneria e matematica). In tutti i settori che saranno volano dell’economia del futuro e che nel web rappresentano la chiave per la sicurezza di tutti. In Europa una specialista informatica su sei è donna e per l’Italia il numero è ancora più basso. Dedica attenzione al tema il Corriere della Sera, con un editoriale a firma di Vittorio Colao e Francesco Profumo (rispettivamente Ministro per l’innovazione tecnologica e Presidente Acri-Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), pubblicato lo scorso 9 settembre: Nessuna trasformazione è efficace ed equa se non si concentra sulle persone. Oltre alle infrastrutture è necessario quindi investire sulle competenze dei cittadini per non correre il rischio di creare nuove disuguaglianze rendendo obsoleti mestieri tradizionali senza preparare tutti alle nuove professionalità. Per questo il governo ha stanziato circa mezzo miliardo di euro dedicati alle competenze digitali, prevedendo il Servizio civile digitale per aiutare i più fragili e i Centri di facilitazione digitale per insegnare a tutti come fruire di servizi online. In aggiunta a queste due iniziative Pnrr il governo ha previsto la creazione del Fondo per la Repubblica Digitale. Con 350 milioni circa stanziati, il Fondo vuole accrescere le competenze digitali per aumentare le opportunità di lavoro. (…) Il Fondo investirà anche su programmi specifici dedicati all’aumento delle competenze Ict delle donne che, a causa di discriminazioni di genere nel mondo della scuola e del lavoro, hanno meno opportunità e sono poco rappresentate nel settore digitale.

Come ricordato nell’articolo, per aver successo e reale impatto a livello nazionale questa iniziativa richiede una forte partnership tra attori da un lato capaci di dare una visione d’insieme e stabilire priorità di intervento e dall’altro che abbiano, grazie al loro radicamento territoriale, capacità operative e competenze nel campo della sperimentazione e valutazione, per concretizzare la visione e raggiungere gli obiettivi in tempi rapidi. È inoltre essenziale un agile approccio sperimentale, basato sull’evidenza, teso all’ottenimento dei risultati. Per raggiungere gli obiettivi in termini occupazionali, il Fondo deve poter finanziare progetti sperimentali, identificare i migliori modelli formativi e reinvestire solo in quelli a maggior impatto. Sempre nell’articolo si ricorda come i primi due avvisi — focalizzati su Neet e donne — verranno pubblicati a metà ottobre, per un totale di circa 13 milioni di euro. I successivi verranno pubblicati nel 2023, anno per il quale sono già previsti 85 milioni di euro circa di finanziamenti.

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