Domotica digitale: i sistemi devono imparare a comunicare

Gli edifici intelligenti e le case smart sono una risposta importante alla crisi energetica, centrale resta però il tema di ottimizzare le telecomunicazioni fra oggetti e sistemi.

La pandemia di Covid e la crisi energetica mondiale stanno ridisegnato molte attività lavorative, così come stanno rimodulando le nostre aspettative sulla funzionalità degli spazi di vita. Le innovazioni tecnologiche e la trasformazione digitale sottendono questa rivoluzione, ponendo in primo piano il tema degli edifici connessi, delle case domotiche di nuova generazione. Lo confermano studi come lo Smart Building Report dell’E&S Group del Politecnico di Milano: digitalizzare gli edifici porta sostenibilità, comfort e valore economico per la filiera degli impianti e dell’edilizia. Basti pensare che oggi il mercato italiano vale la metà di quello francese e un quarto di quello britannico: la strada è lunga ma incoraggiante. Rivolge attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 ore con un articolo a firma di Gianni Rusconi, pubblicato lo scorso 4 settembre: La crisi energetica, ed economica, è reale e profonda. E in qualche modo si fa sentire anche fra i padiglioni di una Messe Berlin che dopo due anni torna a popolarsi di espositori e visitatori ma che non regala particolari novità, fatta eccezione per il mondo della casa intelligente. I temi forti che emergono da questa edizione di Ifa sono sostanzialmente due e si riflettono in uno scenario segnato in prospettiva da una significativa flessione delle vendite, vuoi per un naturale riflusso di domanda, vuoi per la necessità di svuotare magazzini riempiti alla massima capienza per ovviare alle note problematiche di supply chain.

Come si sottolinea nell’articolo di Rusconi, un’esigenza fondamentale è quella di rendere meno energivori e più eco sostenibili gli oggetti connessi che ci accompagnano nella vita quotidiana. In questo senso l’intelligenza artificiale dovrebbe essere la soluzione per ottimizzare e diminuire i consumi del proprio ecosistema di device. Il secondo tema è l’interoperabilità. Matter, il layer software nato per abbattere le barriere di comunicazione fra i dispositivi IoT è qualcosa di reale, e sempre più produttori lo stanno adottando. Ma per una casa connessa da vivere e gestire con un’unica app c’è ancora da aspettare, perché ogni brand coltiva il proprio ecosistema e rilascia le proprie app, obbligando gli utenti a destreggiarsi fra più applicazioni per controllare i diversi oggetti.

Nell’articolo sui ricorda inoltre che, secondo gli osservatori economici ed esperti di settore, l’applicazione delle nuove tecnologie potrà ridurre l’inquinamento da CO2 (secondo uno studio delle Nazioni Unite, oggi le case rappresentano il 20% delle emissioni globali) e contribuire in modo decisivo alla sostenibilità ambientale. In altre parole, l’efficienza energetica (e il contenimento dei costi) dentro casa è una priorità assoluta e la gestione intelligente e in chiave digitale dei consumi una necessità per rendere le abitazioni più efficienti mantenendo invariato (anzi migliorando) il livello di comfort offerto ai chi vi vive dentro. La kermesse di Berlino ha offerto spunti interessanti per capire i nuovi orizzonti della tecnologia applicata al mondo consumer. Un esempio il servizio di tado (Balance) che permette di attivare gli impianti di riscaldamento o raffreddamento sfruttando le migliori condizioni di prezzo dell’energia.

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