Serve il coraggio di cambiare per le opportunità del digitale: questo il tema dell’Open Innovation Summit organizzato all’inizio del mese di luglio da Digital Magics con il Sole24Ore. Al dibattito avvenuto durante il Summit dedica un articolo Alessandro Longo, pubblicato lo scorso 16 luglio sempre sulle pagine del principale quotidiano economico-finanziario italiano: …oggi il coraggio di cambiare va di pari passo, appunto, con l’open innovation: un’innovazione aperta basata sulla collaborazione tra aziende. In primis tra aziende tradizionali e start up. «Il fattore critico di successo è creare un ecosistema aperto di all’innovazione e alla collaborazione», sottolinea Agostino Santoni, vicepresidente di Confindustria con delega al digitale. Gay parte dai numeri: il mercato del digitale crescerà del 3,5% nel 2022 (+5,3% nel 2021 a 75 miliardi di euro), «nonostante tutto». «Gli abilitatori della trasformazione digitale – prosegue – cresceranno a doppia cifra anno per anno fino al 2030». Elementi che dovrebbero convincere chiunque su quale sia la strada giusta, per il futuro di un’azienda, di un Paese. Ma come percorrerla? Santoni considera due precondizioni: l’investimento in infrastrutture digitali banda larga, «che devono raggiungere tutti, ovunque» e la transizione ecologica.
Come viene sottolineato da Longo nell’articolo, spesso si fa l’errore di considerare i due punti uno di fianco all’altro, ma vanno integrati. Il digitale è un fattore importante per la transizione ecologica. Per favorire questa consapevolezza, serve una nuova cultura, facendo incontrare quella delle startup con quella delle aziende del territorio: mettere insieme punti di vista, superando diffidenze tra startup e aziende tradizionali. Così ancora nell’articolo: Questo difficile incontro tra vecchio e nuovo, che devono compenetrarsi per trasformarsi e trasformare il Paese, è il principale punto critico. «Le aziende devono essere brave e veloci a sperimentare; questa è la cultura che possono apprendere dalle start up – dice Irene Cassarino, ad di The Doers -. Ci sono invece ancora aziende che piegano le start up al proprio modello ed è un male: la vera innovazione invece è cambiamento». Di nuovo, il coraggio di cambiare. Ciò che serve e che almeno in parte ancora manca. Anche se «le cose stanno cambiando, anche in Italia».