Digital Trasformation: aziende italiane tra luci e ombre

Il sondaggio annuale condotto dalla BEI - European Investment Bank, indica che le aziende italiane stanno investendo in IoT, analytics, AI e robotica, anche se sono ancora sotto la media europea.

La BEI, European Investiment Bank, principale azionista del Fondo Europeo per gli Investimenti, attua annualmente una delle più importanti indagini sullo “stato della digitalizzazione” nel Continente. I dati del più recente report rivelano che le aziende italiane stanno procedendo bene per quanto concerne adozione di IoT, analytics, intelligenza artificiale e robotica, ma la rincorsa alla media europea rimane ancora un obiettivo di non immediato raggiungimento. Ne parla Cor.Com – Il Corriere delle comunicazioni, in un articolo pubblicato lo scorso 6 maggio: Secondo i risultati, il 46% delle aziende nell’Unione europea ha intrapreso azioni per diventare più digitali. Ma esistono differenze significative tra imprese grandi e Pmi, tra settori industriali e tra Paesi. Nell’Europa occidentale e settentrionale il 48% delle imprese ha dichiarato di aver intrapreso iniziative di digitalizzazione o di investire per diventare più digitali, rispetto al 43% dell’Europa meridionale e al 37% dell’Europa centrale e orientale. L’Italia si posiziona al 40%, sotto la media Uee della regione meridionale. Facciamo molto meglio della media sull’adozione delle tecnologie avanzate: il 65% delle nostre imprese contro il 61% di quelle dell’Ueimplementa soluzioni digitali come stampa 3D, robotica avanzata, Internet of things, analisi dei big data e intelligenza artificiale, droni, realtà aumentata o virtuale o piattaforme digitali. Il 49% delle nostre imprese ha aumentato la digitalizzazione e scelto anche soluzioni avanzate durante il Covid-19 contro il 53% nell’Ue.

L’articolo si concentra poi sul divario tra Europa e Stati Uniti, ricordando che la quota di imprese che utilizzano tecnologie digitali avanzate è più alta negli Stati Uniti (66%) che nell’Unione europea (61%). Negli Usa quasi la metà (il 48%) delle imprese non digitali ha sfruttato l’emergenza Covid per digitalizzarsi, contro il 34% dell’Ue. Nell’Unione europea il 53% delle aziende che avevano già adottato tecnologie digitali avanzate ha investito ulteriormente nella digitalizzazione durante la pandemia; negli Stati Uniti lo ha fatto il 64%.Alla luce di questi dati l’articolo sottolinea: L’ampia quota di imprese dell’Ue che non investe nelle tecnologie digitali è preoccupante e potrebbe pesare sulla competitività futura delle imprese, conclude lo studio della Bei. Circa un dipendente su tre nell’Unione europea lavora per un’azienda che non ha adottato tecnologie digitali avanzate né investito nella digitalizzazione, rispetto a circa uno su cinque negli Stati Uniti. Inoltre, il divario digitale tra le imprese potrebbe espandersi nel tempo. Guardando ai prossimi tre anni, le aziende digitalmente avanzate affermano che le loro principali priorità di investimento sono l’espansione della capacità e lo sviluppo di nuovi prodotti, processi o servizi. Le aziende non digitali, invece, hanno come priorità il cambio della sede o la sostituzione di macchinari, attrezzature e soluzioni It.

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