Il fortissimo incremento della digitalizzazione e dell’impiego del web sta determinando una crescita altrettanto significativa degli attacchi informatici. I “pirati di dati” sono particolarmente aggressivi nelle case, vale a dire durante lo Smart Working. Le reti domestiche, trasformate in postazioni d’ufficio, soffrono notevolmente degli assalti dei cyber criminali. Alla questione dedica un articolo Umberto Tonelli sulle pagine de L’Economia, settimanale de Il Corriere della Sera. Nell’articolo si legge: “… In ottobre l’Italia era prima in Europa per numero di attacchi: oltre 2,8 milioni tra i virus informatici e i ransomware, con richieste di denaro. In questa nuova fase di Pandemia molte aziende continueranno a operare con dipendenti in Smart Working – dice Lisa Dolcini, marketing manager di Trend Micro Italia – La condivisione dei dati con gli uffici farà salire gli attacchi.”
L’articolo di Tonelli punta poi l’attenzione su elemento di particolare importanza: il cambio delle strategie da parte dei “pirati di dati”, ricordando come: “Dai cosiddetti attacchi a strascico, con aggressioni uguali per tutti finché un utente non cade in trappola, siamo passati ad attacchi mirati a prede (aziende) più grosse. In gergo viene chiamata Big Game Hunting, una caccia grossa, messa in atto dopo aver studiato attentamente gli utenti. Poi parte la richiesta di riscatto.”
Questo scenario preoccupante richiede una risposta duplice: sicuramente da parte delle aziende considerare bene le nuove condizioni di rischio e quali possono essere le possibili contromisure, anche valutando di rivolgersi a strutture specializzate in Cyber Security; da parte invece dei dipendenti che lavorano da casa, stabilmente o per determinati periodi, controllare che la propria postazione sia dotata di adeguate soluzioni informatiche di protezione dei dati, aggiornate soprattutto, ma anche adottare sempre comportamenti accorti nella gestione del lavoro in rete e più in generale nell’utilizzo del proprio computer. Una consapevolezza che inizia dal ricordarsi che navigare in internet significa muoversi in un mare dove non mancano… insidiosi pirati.