Il panorama del settore delle TLC è a luci e ombre, come emerge nel “Rapporto sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia” elaborato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano e presentato lo scorso 28 ottobre da Asstel-Assotelecomunicazioni e Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. Ne parla Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Andrea Biondi pubblicato proprio in occasione del rapporto: Un settore i cui ricavi nel 2008 si attestavano sui 44,8 miliardi di euro, scesi a fine 2020 a 28,5 (-16,3 miliardi) con 1,5 miliardi persi solo nell’ultimo anno (-5%). Dall’altra parte gli investimenti si attestano sui 7,4 miliardi. Massimo Sarmi, presidente Asstel (l’associazione che rappresenta la filiera delle TLC) nel presentare i dati del settore si è soffermato su questo numero e sulla sua incidenza sui ricavi: 26%, mai così alta. In più, altro dato significativo è quello del saldo di cassa degli operatori TLC (differenza tra Ebitda e Capex) che scende a 2,5 miliardi di euro: il valore più basso di sempre che fa apparire i 10,5 miliardi del 2010 come un lontanissimo ricordo.
L’articolista de Il Sole 24 Ore sottolinea come siamo di fronte all’immagine di un paradosso, visto che il 2020 ha rappresentato un anno record per i volumi di traffico dati (+53% nel fisso e +54% per il mobile), ma anche un periodo di ulteriore peggioramento dei ricavi che complessivamente, dal 2010 al 2020, sono crollati del 32 per cento. In Italia è quindi andata peggio che in Spagna (-26% a 25,6 miliardi di ricavi del settore); Francia (-16% a 44,7 miliardi) o Germania (-8% a 51,1 miliardi). E a farne le spese sono stati sia il comparto mobile – sceso al valore più basso degli ultimi 12 anni con -7% e 900 milioni persi nel 2020 – sia quello fisso (-4% con ricavi a 15,5 miliardi di euro). «Le telecomunicazioni costituiscono un settore strategico per il sistema Paese», ha commentato durante la presentazione del Rapporto Massimo Sarmi, presidente di Asstel, puntualizzando che «per il ritorno sugli investimenti non sarà sufficiente offrire servizi di connettività, ma servirà farsi trovare pronti per diventare gli “orchestratori” dei progetti “verticali”. Aspetto non meno importante, è l’attenzione a costruire un modello di digitalizzazione resiliente e capace di reagire ai cambiamenti di contesto per quanto riguarda servizi, infrastrutture, regole e competenze».
Sempre nell’articolo si ricorda come I numeri del Rapporto e gli interventi dei vertici delle TLC hanno posto davanti a tutto due questioni fra le tante: prima di tutto la necessità di sostegno del Governo alle Telco e ai loro investimenti (in ballo c’è tutta la partita del 5G che ha richiesto esborsi monstre agli operatori per le frequenze) intervenendo soprattutto su regole e semplificazioni. Inoltre c’è la constatazione di un problema prezzi con un contesto ipercompetitivo che rappresenta una pesantissima spina nel fianco.