Accelerare su tutti i fronti: sembra questo l’imperativo del nuovo ministero del governo Draghi dedicato alla Transizione digitale. Lo evidenzia anche la scelta del Ministro Vittorio Colao di nominare Stefano Firpo come Capo di gabinetto. Finora direttore generale di Mediocredito italiano, Firpo per sette anni ha ricoperto ruoli centrali nelle politiche per l’innovazione al Mise. È stato prima coordinatore della task force per l’innovazione, da cui ha preso forma la legge sulle startup innovative; con Carlo Calenda, ha coordinato il Piano Industria 4.0 per poi passare alla direzione generale per la politica industriale, la competitività e le Pmi. Nel 2019 ha lasciato il Mise per andare a ricoprire la carica di dg in Mediocredito (gruppo Intesa San Paolo).
Rientra in questo immediato dinamismo del MIT l’incontro avvenuto con i principali player delle Tlc in Italia. Ne parla la direttrice di COR.COM Mila Fiordalisi in uno specifico articolo dello scorso 25 febbraio: Accelerare l’infrastrutturazione nelle aree bianche del Paese, facendo leva anche sull’Fwa, per colmare il ritardo del Piano Bul. Mandare avanti il bando per le aree grigie verificando però con esattezza lo stato dell’arte ossia “scorporando” le zone già coperte dagli operatori e quelle in via di infrastrutturazione. E mettere in campo fondi pubblici anche per il 5G andando ad agire in quei territori dove non ci sono obblighi di copertura da parte degli operatori di Tlc aggiudicatari delle frequenze. Queste, secondo quanto risulta a CorCom, le priorità emerse nel corso dei video-colloqui che il neo ministro alla Transizione digitale Vittorio Colao ha tenuto in questi giorni con Tim, Vodafone, WindTre, Iliad, Fastweb, Open Fiber e Sky.Fra le tematiche affrontate nel corso dei colloqui anche le lungaggini sul fronte della permessistica e i limiti elettrosmog che Colao aveva peraltro segnalato già segnalato come criticità. Si tratta per ora di una prima ricognizione, ma il ministro ha voluto incontrare le telco per capire quali sono le azioni che gli stessi operatori ritengono prioritarie anche tenendo conto dalle risorse pubbliche da mettere in campo. Asstel, l’associazione che rappresenta i principali operatori, ha già lanciato l’allarme sulla “scarsità” di risorse previste nel Recovery Plan messo a punto dal Governo Conte che aveva chiesto di portare a 10 miliardi l’ammontare dei fondi per l’infrastrutturazione pilastro indispensabile per la messa in opera delle iniziative legate alla digitalizzazione di imprese e PA.