Dopo intensi scambi di pareri e proposte incrociate, si è giunti ad una formalizzazione di interesse per l’infrastruttura virtuale destinata a rendere digitali i dati e i servizi fondamentali della Pubblica amministrazione. Tim, Leonardo, Sogei e Cdp Equity sono le quattro realtà interessate alla concretizzazione del progetto. Ne parla il quotidiano La Repubblica in una articolo a firma Aldo Fontanarossa pubblicato lo scorso 29 settembre: Le quattro società – che puntano sulla capacità di fare gioco di squadra – presentano al ministero dell’Innovazione tecnologica una proposta di alleanza, cioè di partenariato tra Stato e privati. Insieme i quattro soggetti darebbero vita a una nuova società (una Newco) che, per la precisione, realizzerebbe il Polo Strategico Nazionale (cioè la regia unica del cloud). Leonardo – che è detenuta per il 30,2 per cento dal ministero dell’Economia – avrà una fetta importante della Newco: un quarto, il 25 per cento. Un altro soggetto pubblico (Cdp Equity) ne avrà il 20. Infine Sogei (a totale controllo dell’Economia) un ulteriore 10 per cento. In questo modo, la Newco sarebbe per il 55 per cento nelle mani dello Stato. L’altro 45 sarà invece della Tim. La Newco non parteciperà a una vera e propria gara, che avrebbe procedure complicate e inutilmente lunghe. Ribadirà una proposta di collaborazione che lo Stato valuterà, con il ministero dell’Innovazione tecnologica nelle vesti del giurato più influente.
Sempre nell’articolo si sottolinea come per convincere lo Stato, Tim, Leonardo, Sogei e Cdp Equity si accreditano come una squadra complementare, ben assortita, capace di creare un cloud sicuro, flessibile, moderno. Così Aldo Fontanarossa: In particolare, Cdp Equity sarà il socio finanziatore perché la sua missione è sostenere le iniziative strategiche del Paese. Sogei si farà carico della formazione dei dipendenti pubblici ai quali bisognerà spiegare come si guida una macchina da Formula 1, come appunto è il cloud. Tim invece fornirà le infrastrutture e le tecnologie perché questo è il suo mestiere. Infine Leonardo – campione nazionale nel campo dell’aerospazio e della difesa blinderà il cloud in termini di sicurezza. Tim e Leonardo si impegnano a sostenere il cloud nazionale con quattro centri dati di generazione avanzata, collocati in due diverse regioni e classificati come Tier IV. Sono strutture che garantiscono la maggiore resistenza in caso di “eventi avversi” (come un terremoto o un attacco informatico). Le quattro società chiariscono anche che si muoveranno nel rispetto dei «principi di sovranità» che il governo ha fissato. Il 7 settembre, il ministro Vittorio Colao (Innovazione) ha chiarito che l’Italia non realizzerà un solo cloud, ma cinque diversi, a seconda del carattere strategico dei dati da custodire in forma digitale. Il cloud più importante, quello criptato, avrà dati e server collocati obbligatoriamente nei confini dell’Ue. Nel documento Strategia Cloud Italia, pur senza nominarli, il governo esclude poi dalla partita i partner tecnologici cinesi. Tim Leonardo, Cdp e Sogei non sono soli nella corsa al cloud italiano. Si candida anche una mini-cordata tra Almaviva e Aruba.