Il virtuale e il web consumano molta energia. Lo ricorda il ministro Cingolani, capo del dicastero della Transizione ecologica, che rivolgendosi ai giovani invita a moderare l’impiego Internet. Un significativo appello pronunciato durante una videoconferenza con 17mila studenti di scuole medie e superiori. Riporta la notizia il quotidiano La Repubblica, con un articolo a firma Jaime d’Alessandro: “Un atto di responsabilità è capire che l’utilizzo smodato dei social non è gratis”, ha spiegato, “vi sembrano gratis perché in realtà il prodotto siete voi. E quando mandate delle inutili fotografie qualcuno le paga e hanno un impatto maggiore di quel che pensate. Il traffico aereo produce il 2% della CO2, il digitale arriva al 4 e metà viene dai social.
Non solo, Cingolani invita anche ad evitare di cambiare i propri dispositivi elettronici quanto più possibile, ad utilizzare mezzi alternativi di trasporto come la bicicletta e ad evitare lo spreco di cibo. Limitare l’uso dello smartphone è una richiesta di grande importanza. L’appello del ministro Cingolani ai giovani trova sostegno nei risultati di numerosi studi sull’impatto che internet e l’uso degli smartphone hanno sul pianeta. Tra questi spicca CodeCarbon, un software per la stima degli effetti del web sul clima. La sua creazione si deve a Yashua Bengio, informatico francese del Montreal Institute for Learning Algorithms (Mila): “Stimare quel che accade, con precisione, è il primo passo per migliorare la situazione” spiega Bengio. L’idea è sostenuta anche dalla Royal Society, secondo cui nel 2020 il digitale è stato responsabile dell’emissione di gas serra per una percentuale che va dall’1,4 al 5,9. In altre parole, se internet fosse una nazione si inserirebbe al quarto posto tra gli Stati più inquinanti, dopo Cina, Stati Uniti e India. I quattro miliardi di “cittadini” di internet immettono circa 400 grammi di anidride carbonica all’anno. Un dato vicino alla quota di emissioni che raggiunge un’auto a benzina nel percorrere due o tre chilometri. La Lancaster University ha calcolato che, in termini di emissioni, la riduzione del numero di email inviate, evitando quelle superflue, equivarrebbe all’eliminazione di 3300 macchine diesel dalle strade. Nello specifico, la Bbc riporta che l’invio di un messaggio tramite Whatsapp o Facebook Messanger produce poco meno di 4 grammi di carbonio, mentre un tweet emette 0,2 grammi. Quando invece si inviano foto, emoji o gif si arriva a 50 grammi di CO2.