Autostrade per l’Italia: nuove infrastrutture per 1,9 miliardi

La compagnia ha impresso un colpo d’acceleratore agli interventi in manutenzione che starebbero procedendo a un ritmo più serrato rispetto a quanto programmato.

All’inizio del 2023 l’Amministratore Delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi aveva presentato il Piano Economico Finanziario (PEF) della società, con un valore complessivo di interventi pari a 21 miliardi di euro da qui al 2038, suddiviso in due ambiti di sviluppo. Il primo comprendente investimenti in manutenzione rigenerativa, finalizzato a un incessante miglioramento della sicurezzadelle infrastrutture. In particolare ammodernamenti per circa 270 km di gallerie, su un piano totale di 365 km, dall’altro circa 100 km di ammodernamenti su ponti e viadotti, rispetto a un piano complessivo di 270 km. Il secondo ambito di sviluppo rivolto a investimenti per il potenziamento della rete. Questo considerando che numerose tratte della rete sono oggi ai limiti della propria capacità di trasporto e in assenza di potenziamenti per l‘aumento della capacità sarebbero ancora più penalizzate. La necessità di svolgere interventi vede uno sviluppo dei cantieri rispetto al 2022. Dedica attenzione all’argomento il quotidiano Il Sole 24 ore con un articolo pubblicato lo scorso 23 giugno: Una media di 300 cantieri al giorno su tutta la rete nazionale, per un totale di 100 mila “lavori in corso” all’anno. E di questi tra il 40 e il 70% gestiti in notturna per provare a creare meno disagi possibili. Il tema del traffico, dei nodi nevralgici, in primis Genova, poi Bologna e Firenze, e dell’infrastruttura da ammodernare è ben chiaro ad Autostrade per l’Italia che non a caso nel 2022 ha messo sul piatto 1,8 miliardi di euro di investimenti per mettere in sicurezza e rendere gli oltre 3 mila chilometri di strade a pedaggio in concessione più funzionali ai bisogni attuali. E per il 2023 l’impegno atteso sarà ancora leggermente superiore: 1,9 miliardi di euro. Di fatto per il prossimo quinquennio è atteso un capex superiore del 170% a quanto fatto tra il 2015 e il 2019. Tutti denari che verranno spesi per provare a rispondere alle esigenze di un paese che viaggia principalmente su gomma e che anche in prospettiva continuerà a privilegiare la strada alla ferrovia.

Come si sottolinea nell’articolo de Il Sole 24 Ore, la compagnia ha impresso un colpo d’acceleratore agli interventi in manutenzione che starebbero procedendo a un ritmo più serrato rispetto a quanto programmato anche in sede di piano economico finanziario. Andrebbe pensato un piano straordinario che superi i limiti dell’attuale sistema autostradale italiano andando a identificare quelle che sono le opere essenziali. In modo tale da poter realizzare per quelle stesse infrastrutture una sorta di “corsia privilegiata” che ne faciliti la costruzione. Così nell’articolo: E questo, evidentemente, può avvenire solo con il contributo fattivo delle istituzioni. Indubbiamente le aree più critiche sono quelle che corrono lungo l’asse Est-Ovest, ossia parallelo alla A4, e Nord-Sud che guarda alla A1. Tema centrale, in quest’ottica, sono certamente i capitali necessari per avviare la svolta. E a tal proposito il finanziamento delle opere passa spesso anche dalla richiesta di risorse fresche al mercato. Basti pensare che solo da inizio anno Autostrade ha emesso due Sustainability Linked Bond, che tra l’altro hanno avuto grande riscontro sulle piazze estere, considerato che buona parte delle emissioni è stato sottoscritto da investitori stranieri.

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