L’Agenzia nazionale per la Cypersecurity, nata sei mesi fa, mette a disposizione 50 posti a tempo indeterminato per giovani neolaureati con almeno un paio di anni di esperienza. È un segnale chiaro dell’importanza crescente del settore. Lo ha dichiarato lo stesso Roberto Baldoni, Direttore generale dell’Agenzia, in un’intervista a Repubblica, raccolta da Fabio Tonacci e pubblicata lo scorso 22 febbraio: Fatta l’Agenzia per la Cybersecurity nazionale, ora bisogna fare gli agenti. A sei mesi dalla fondazione, l’ente chiamato a irrobustire la resilienza e la sicurezza dei nostri sistemi informatici lancia una prima selezione pubblica per 72 posti. Aperta a tutti, ricorda le nuove modalità di reclutamento della Cia. L’obiettivo è ambizioso: scovare le più brillanti menti italiane, convincerle a lavorare per il proprio Paese piuttosto che per Google o Amazon, mettere in piedi una squadra dove il merito sia l’unica stella polare. «Al momento operiamo con 90 persone — spiega a Repubblica Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia (acronimo: Acn) — provenienti dalla Difesa, dall’Interno e dall’Intelligence, però dobbiamo crescere fino a 300. Di queste, 210 saranno scelte tramite concorso». Che soggetti cercate? «Figure tecniche, laureati in ingegneria, matematica, fisica e informatica. In prima battuta ci saranno 50 posti a tempo indeterminato per giovani neolaureati con almeno un paio di anni di esperienza. Per i 22 contratti a termine, invece, puntiamo su risorse con consolidata esperienza, anche di natura manageriale».
Sempre nell’intervista, il Direttore Baldoni ricorda come tanti talenti italiani del settore da qualche anno sono andati all’estero, soprattutto Stati Uniti, Germania, Francia, Regno Unito, Belgio e Olanda, per lavorare nei settori del cloud computing, dell’Intelligenza artificiale, della sicurezza informatica e dell’analisi dei sistemi software. Esiste la necessità di invertire questa tendenza. Baldoni indica alcune strade: «Facciamo leva anche sull’idea di mettere il talento al servizio del Paese, in una missione vitale per mantenere la nostra prosperità economica e indipendenza. Cosa significa in concreto? «Prendiamo la crisi russo-ucraina. L’Agenzia presiede il Nucleo per la cybersicurezza, dove convergono le principali amministrazioni nazionali con competenze in materia cyber e dove si segue l’evoluzione degli scenari. Emaniamo avvisi di sicurezza cibernetica e teniamo i contatti con le aziende italiane potenzialmente esposte perché magari hanno delocalizzato in Ucraina. Un attacco cyber in quel teatro, infatti, non rimane relegato là: può risucchiare in Italia una serie di malware dannosissimi».