Le aziende del settore TLC titolari di licenze hanno già obblighi di copertura per la quasi totalità del territorio nazionale, ma restano fuori zone difficili (aree montane) e particolarmente periferiche. Il problema è stato affrontato recentemente anche in sede governativa, come ricorda e sottolinea Mila Fiordalisi, Direttrice di COR.COM – Il Corriere delle Comunicazioni, in un suo editoriale pubblicato lo scorso 26 maggio: Non solo banda ultralarga fissa nelle aree grigie. A Infratel sarà assegnata anche la mappatura dello stato di avanzamento delle reti 5G. È quanto emerge dal documento approvato dal comitato interministeriale per la Transizione Digitale. L’obiettivo è avere chiara la roadmap per mettere a punto il bando di gara relativo all’impiego dei fondi pubblici previsti dal PNRR nella porzione dedicata alle nuove reti a banda ultralarga e quindi anche per quelle 5G. Gli operatori di TLC titolari di licenze 5G – quelle della gara lacrime e sangue per le frequenze – hanno già obblighi di copertura per portare il segnale di nuova generazione su tutto il territorio nazionale, ad eccezione di pochi punti percentuali che fanno riferimento ad aree impervie e periferiche – in particolare quelle montane – a popolazione quasi zero e dove installare le reti risulta economicamente svantaggioso considerato lo scarso ritorno di investimento.
Sempre Mila Fiordalisi puntualizza nel suo articolo come l’obiettivo governativo sia quello di evitare che una parte della popolazione, seppur minimale, resti esclusa dalla nuova connettività, ora più che mai determinante per lo sviluppo economico dei territori, pensiamo ad esempio agli aspetti legati al mercato turistico, che ha bisogno di un forte rilancio post-Covid. In tal senso nell’articolo si ricorda come: si lavora ad una gara ad hoc, in parallelo con quella per le aree grigie i cui lavori per la nuova mappatura sono già stati avviati da Infratel ed è fissata al 15 giugno la deadline in capo alle Telco per la presentazione dei propri piani di infrastrutturazione (sia quelli al 30 aprile 2021, sia quelli previsti per i prossimi cinque anni). Riguardo alle tempistiche esecutive la partita slitterà però al 2022: per le aree grigie il bando è atteso per la fine di quest’anno e inizio del prossimo. E sul fronte 5G al momento non è chiara la roadmap. Il comitato interministeriale per la Transizione digitale si è riunito ieri per la prima volta: all’ordine del giorno proprio l’inizio dei lavori per il “pacchetto” ultrabroadband da 6,7 miliardi previsto dal PNRR.