Si è di fatto costituito in Parlamento un fronte bipartisan per velocizzare lo sviluppo della rete 5G. Tre emendamenti al decreto Semplificazioni, presentati da tre diverse forze politiche, puntano infatti allo stesso obiettivo: eliminare la possibilità per i Comuni di intervenire con propri regolamenti per “minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici” e cancellano ogni riferimento all’individuazione di siti sensibili, rimandando genericamente a obiettivi di qualità già esistenti.
Dedica al tema un suo editoriale Mila Fiordalisi, Direttore di COR.COM- Il Corriere delle Comunicazioni, pubblicato lo scorso 6 luglio: Si tratta di un rafforzamento delle norme salva-5G, inserita del DL Semplificazioni del 2020, che limita il potere degli enti locali sull’installazione degli impianti 5G. Le proposte dovrebbero essere votate nelle Commissioni Ambiente e Affari Costituzionali della Camera tra domani e dopodomani. Tra gli emendamenti quello di Italia Viva (inserito nella short list degli “irrinunciabili”) al disegno di legge che dispone la conversione del decreto-legge del 31 maggio, avente ad oggetto la governance del PNRR e le “prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”. La proposta, in particolare, prevede di inserire un comma che, di fatto, manda in soffitta la normativa attuale sui limiti italiani all’elettromagnetismo. Due gli obiettivo dell’emendamento: il primo velocizzare la roadmap delle installazioni, riducendo il numero di antenne attualmente necessario alla quinta generazione mobile; il secondo abbattere ostacolo burocratici legati all’elevato numero di antenne. Rivedere i limiti in vigore in Italia e armonizzarli a quelli dei partner europei e dei principali competitor internazionali, in linea con le raccomandazioni Icnirp, comporterebbe numerosi benefici per il Sistema Paese.
Sempre nel suo articolo Mila Fiordalisi ricorda come sul fronte sanitario va evidenziato che le reti potrebbero funzionare con potenze di trasmissione più omogenee permettendo a smartphone e tablet di agganciarsi prevalentemente alle antenne più vicine, con emissioni inferiori da parte dei dispositivi ai quali sono più esposti gli utilizzatori. Impatti positivi anche sul fronte paesaggistico e ambientale con la possibilità di utilizzare un numero inferiore di antenne con un minore “ingombro” sul paesaggio.
C’è poi l’effetto economico – sottolinea la Fiordalisi – un minore fabbisogno di investimenti privati che contribuirebbe a consolidare la presenza di investitori esteri e aumenterebbe la marginalità del settore e anche la possibilità di investire maggiori risorse in ambiti come la ricerca e la sostenibilità.