Oltre il 50% delle grandi e medie imprese sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di adeguare i processi aziendali, la pianificazione e la gestione in ottica “green”. Le motivazioni sono molteplici: Green Deal europeo, obbligo di bilanci sostenibili certificati per le grandi aziende e introduzione di norme più stringenti sull’economia circolare, richiedono nuove professionalità nelle aziende. È uno degli aspetti che emergono dal rapporto ‘Alte competenze per un futuro sostenibile’ dell’osservatorio di 4.Manager, che ha sondato un panel rappresentativo di oltre 4000 imprese, e che è stato presentato lo scorso 10 febbraio da Confindustria, Federmanager e 4.Manager. Quattro milioni di lavoratori con competenze green di alto e medio profilo. Saranno necessari tra il 2023 e il 2026, complessivamente, nelle imprese e nella Pa. Per la transizione verso la sostenibilità c’è bisogno di nuove figure, che vanno individuate nelle loro caratteristiche tecniche e formate.
Dedica attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 Ore con un articolo a firma di Nicoletta Picchio, pubblicato lo scorso 11 febbraio: Le aziende prese in esame hanno dichiarato che negli ultimi tre anni hanno acquisito competenze manageriali (64%), competenze scientifiche (45%), competenze tecniche (73%). Oltre il 50% delle grandi e medie imprese, dice il rapporto, sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di competere in tutti i processi aziendali, migliorando contemporaneamente la pianificazione e la gestione. Emerge che la maggior parte delle imprese, anche quelle meno orientate all’innovazione, sono consapevoli che solo la trasformazione sostenibile eviterà limiti operativi di accesso ai mercati e al credito. Entro il 2030 le aziende non sostenibili rappresenteranno la parte residuale di un mercato nel quale beni e servizi sostenibili saranno la norma. Fondamentale quindi inserire in azienda una figura professionale che abbia competenze trasversali in materia di ESG.
Nel corso della presentazione è stato sottolineato come il fattore competenze ha un ruolo determinante per rendere la transizione una grande opportunità di sviluppo e innovazione. Potenziare le competenze legate alla sostenibilità vuol dire anche inserire figure come quella del sustainability manager. Le aziende vanno accompagnate in questo cambiamento, che vede un passaggio da industria 4.0 a 5.0. Come ricordato nell’articolo All’evento ha partecipato anche il vice ministro della Transizione ecologica, Vannia Gava: «il processo di transizione deve essere affrontato con le giuste tempistiche ma anche con strumenti adeguati», ha detto, valorizzando l’importanza del dialogo tra istituzioni e i vari stakeholders. L’evento è stato ospitato da Confindustria Veneto Est, rappresentata da Vincenzo Marinese, vice presidente vicario delegato per Venezia, e Walter Bertin, anch’egli vice presidente e delegato ESG: entrambi hanno sottolineato l’impegno tra imprese, scuole e università per diffondere questi temi. Un impegno condiviso anche da Cristina Bombassei, presidente del Gruppo Tecnico Responsabilità sociale d’impresa di Confindustria.