L’emergenza sanitaria e socioeconomica causata dalla diffusione della pandemia da coronavirus ha determinato nel 2020 condizioni generali senza precedenti, anche e soprattutto nel mondo del lavoro. Dalla fine della seconda guerra mondiale mai le imprese, sia manifatturiere che dei servizi, avevano dovuto affrontare problemi così gravi e concentrati in poco tempo. L’Italia, inoltre, è stata la prima nazione dopo la Cina costretta ad affrontare l’emergenza in modo devastante. Questo ha sollecitato la necessità di prendere decisioni severe e agire rapidamente, quasi ora dopo ora.
Anche nella difficilissima situazione emergenziale italiana, che nella primavera 2020 ha colpito soprattutto la Lombardia, Valtellina ha confermato grande volontà e tenacia, quei valori che accompagnano il suo agire da quasi 85 anni. Ciò è stato fatto mantenendo sempre le persone e la loro sicurezza al centro dell’impegno aziendale.
Anche grazie a questa dinamicità di risposta al problema, si è riusciti presto a riportare in attività buona parte del personale impegnato in attività all’esterno dell’azienda. Mentre il management e il personale tecnico-amministrativo è stato posto quasi totalmente in modalità smart working. L’emergenza ha dato un forte impulso ad alcune evoluzioni alle quali l’azienda stava guardando da tempo, fra cui proprio lo smart working. Fin dalle prime fasi dell’emergenza. Covid, è stato quindi messo in campo le potenzialità dell’ufficio “Servizi e Sistemi informativi” per rendere fruibili dall’esterno gli applicativi e le risorse di rete e dotare i dipendenti che ne erano sprovvisti di strumenti giusti per il lavoro in remoto. In collaborazione con i gestori di rete, è stato attuato un aumento delle potenzialità di connessione anche in rete mobile (smartphone dei dipendenti). Inoltre non è mancata una formazione specifica e urgente ai dipendenti per favorire la capacità di gestione dei dispositivi e l’accesso dei sistemi da remoto.
Sempre sul fronte del welfare aziendale applicato alla straordinarietà dell’anno 2020, da ricordare e sottolineare come in collaborazione con la società Italiana Assicurazioni, Valtellina già nel mese di marzo ha attivato una polizza per coprire tutti i propri dipendenti dai principali rischi sanitari inerenti il contagio da Covid-19. La polizza, che è stata offerta gratuitamente ad ogni dipendente, ha previsto indennità di ricovero e assistenza domiciliare in caso di contagio.
Un impegno straordinario è stato rivolto dall’azienda nel 2020 per sostenere a livello più ampio il sistema socio-sanitario durante la pandemia. Valtellina ha infatti posto in essere diverse iniziative per dare sostegno alle strutture sanitarie bergamasche sottoposte a condizioni operative senza precedenti. Spicca in tal senso la raccolta fondi per sostenere l’attività dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, struttura “simbolo” anche a livello internazionale della capacità di fronteggiare l’emergenza. La raccolta fondi di Valtellina è nata da una proposta dei centri operativi dell’azienda in tutta Italia, che hanno dimostrato una forte vicinanza a Bergamo; l’iniziativa ha visto i dipendenti Valtellina devolvere somme equivalenti a ore di retribuzione, in base ad una loro libera scelta. La somma complessiva raccolta, che ha permesso l’acquisto di attrezzature sanitarie, è stata raddoppiata con il contributo della Direzione Generale Valtellina. Ulteriori donazioni durante la fase acuta della pandemia nel 2020 sono state rivolte all’Ospedale Bolognini di Seriate.
Da ricordare inoltre come dopo il grande impegno sviluppato nel 2020 a favore delle principali strutture sanitarie del territorio Bergamasco, Valtellina ha proseguito e prosegue tutt’ora in queste donazioni, sempre attuate anche tramite il coinvolgimento dei propri dipendenti. Ad esempio sono stati recentemente donati all’Ospedale di Bergamo tre defibrillatori per le sale operatorie e, all’Associazione Amici della Pediatria, cinque sonde digitali adeguate alle necessità dei piccoli pazienti.
Sempre nell’anno 2020 molto importante è stato inoltre aprire un dialogo collaborativo con l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, aperto con un contributo per una borsa di studio destinata ad un ricercatore interno e poi evoluta rapidamente in un’iniziativa originale ed unica in Italia: la realizzazione del primo “Vedemecum anticovid”. Il Vademecum, redatto con la supervisione del Direttore dell’Istituto Prof.Giuseppe Remuzzi, è tanto chiaro nell’esposizione quanto autorevole nei contenuti. Un memorandum utile a tutti, in particolare per sapere come comportarsi a casa qualora si avvertano i primi sintomi della malattia. Viene distribuito gratuitamente, oltre che al personale Valtellina, anche presso le sedi dell’Istituto Mario Negri, all’interno del Campus Kilometro Rosso e in altre location imprenditoriali e istituzionali. E’ inoltre “scaricabile” on line in formato digitale dai siti Internet Valtellina e Istituto Mario Negri.